Date: 
01/04/2021

Il Ministro Messa sottolinea l’importanza di pensare fuori dagli schemi per raggiungere l’eccellenza

Trieste, 31 marzo 2021
«Per puntare all'eccellenza serve avere quel guizzo che consente di pensare in modo non convenzionale, per cambiare schema anche negli investimenti sulle persone e sulle loro competenze rispetto a come si è sempre fatto» è stato il messaggio inviato dal ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati - SISSA di Trieste. «Come sistema Paese dobbiamo trovare il modo di fare, oggi, questo salto “non convenzionale”. L'Italia, purtroppo, al momento, è lontana dalla media europea per investimenti in ricerca e innovazione: il nostro 1,4% del PIL è significativamente distante dal 3% della Germania, e dal 2013 la nostra spesa pubblica per ricerca e sviluppo è in calo. Questo andamento, forse per la prima volta, si può, oggi, davvero invertire con politiche integrate per la formazione terziaria, la ricerca e l'innovazione».

Nel suo messaggio, il ministro ha sottolineato come l'eccellenza necessiti di scambi e di relazioni, sia ponte tra saperi consolidati e sperimentali, tra generazioni di scienziati, tra culture e sensibilità diverse. «A queste idee di eccellenza si ispirano le politiche comunitarie e nazionali sulla ricerca e l’alta formazione. E anche le attività della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. Una scuola dottorale di eccellenza rappresenta un punto di forza per la ricerca italiana nel contesto internazionale».
Degli elementi imprescindibili per garantire un sistema di formazione e ricerca che punti all’eccellenza ha parlato anche il Direttore dell’istituto triestino, Stefano Ruffo: «L’apertura dell’anno accademico della SISSA è un’occasione propizia, dopo una lunga fase di “elogio dell’incompetenza”, per ribadire la questione del vero male del nostro Paese: l’incapacità di valorizzare il talento, soprattutto quello dei giovani e delle donne. Il “sistema" degli istituti ad ordinamento speciale italiano si è rivelato capace di mettere il merito al centro della formazione, puntando a divenire una realtà avanzata nella ricerca in grado di attrarre personalità scientifiche di livello internazionale e nel contempo di facilitare la mobilità sociale. La SISSA, che inaugura oggi il quarantaduesimo anno accademico, è un autorevole membro di questo “sistema"».

A questo proposito il ministro Messa ha voluto sottolineare come, per favorire il cambiamento e la crescita competitiva del Paese, sia imprescindibile valorizzare il ruolo del dottorato e intervenire sulle infrastrutture di ricerca. Tra le sfide più ambiziose da affrontare, ha detto inoltre, c'è sicuramente il tema della crescita equa e inclusiva: «quando parliamo di ecosistemi dell'innovazione stiamo pensando a progetti per recuperare e valorizzare la capacità della ricerca e delle sue infrastrutture di diventare attori chiave nei processi di rigenerazione e qualificazione urbana. Una vera sfida sociale, oltre che scientifica ed economica».
Anche l’intervento di Eveline Crone, vice-Presidente del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC), si è focalizzato sull’eccellenza scientifica: «I Paesi che adesso godono di un valido sistema di ricerca possono farlo solo grazie a investimenti pluriennali, oculati e pazienti. Sappiamo che non possiamo finanziare ogni valido ricercatore in Europa… ma forse possiamo essere di inspirazione per ogni ricercatore ambizioso».

Crone ha sottolineato l’importanza dell’interdisciplinarietà nella ricerca, prendendo spunto dalla sua storia personale: «Fin dall’inizio della mia carriera ero decisa a non farmi limitare dai confini di una specifica disciplina o una specifica tecnica o metodologia. La mia idea era di utilizzare qualunque tecnica e di lavorare con chiunque potesse aiutarmi per rispondere alle domande che mi interessavano. In altre parole, durante la mia carriera, ho sempre rifiutato di fare parte di uno specifico settore e ho cercato invece di prendere spunto da diversi ambiti. Tutti i sistemi di ricerca salutari devono permettere ai ricercatori di utilizzare la loro creatività e seguire le loro passioni».
«Infine,» ha concluso Crone, «credo che seguire le proprie domande e le proprie passioni sia non solo il modo migliore per avere una carriera gratificante e di successo, ma anche il percorso più efficace per garantire i massimi benefici della scienza alla società».
Durante la cerimonia, che si è svolta online e ha visto la partecipazione di più di 300 persone, è intervenuta anche l’ex studentessa Manuela Santo che ha sottolineato l’internazionalità, l’interdisciplinarietà, il senso di comunità che rendono unica l’esperienza di dottorato in SISSA. Sono stati inoltre consegnati numerosi premi al personale e agli studenti e alle studentesse della Scuola.
Ha chiuso l’evento un brano dello spettacolo di Diana Hobel “Paolo Budinich e i paradossi dell'avventura” che ripercorre la nascita dell’istituto triestino a partire dalla storia del suo fondatore.


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